Valducci mette a confronto irrigazione localizzata e tradizionale sulla coltivazione di soia, rilevando un’uniformità e uno sviluppo maggiore con una delle tecniche. Qui sotto il confronto e il resoconto degli studi.
Coltivazione di soia in Italia, proteina vegetale diffusa
La coltivazione di soia, sempre più diffusa sia in Italia che in Europa è in forte crescita visto l’aumento di domanda da parte di consumatori e aziende trasformatrici. La soia, di natura annuale, viene seminata da inizio maggio a metà giugno mentre la raccolta avviene verso fine settembre quando le piante raggiungono una colorazione marroncina. Se la soia deve essere utilizzata come edamame, questa deve essere raccolta in anticipo già da fine luglio – inizio agosto.
I raccolti mondiali di soia, dopo una flessione negativa dovuta al periodo covid e alla limitazione degli scambi, hanno recuperato segnando un + 9,40% sul 2019 arrivando a 370 milioni di tonnellate prodotte durante il 2020. In Italia, viene coltivata il 47% della produzione UE con oltre 350.000 ettari anche se la reddittività per ettaro risulta essere in calo di circa un 5% rispetto al 2020.
Secondo quanto riportato da Consorzi Agrari d’Italia, l’80% della soia in Italia viene destinato alla produzione di olio e farine per l’alimentazione mentre il restante 20% per uso alimentare (bevande, tofu, etc..). La pianta predilige ambienti dove ha a disposizione un’adeguata irrigazione con temperature che non superano i 30°.
La soia, una coltura poco esigente?
La soia risulta essere una pianta resistente alla siccità e quindi viene considerata poco esigente dal punto di vista idrico. Molti agricoltori infatti eseguono irrigazioni saltuarie ma la carenza idrica in determinate fasi di sviluppo possono compromettere negativamente rese e qualità del prodotto.
La reddittività delle rese dipende dalla variabilità delle stesse e quindi da vari fattori spesso non gestibili ma anche dai costi di produzione. La soia, va seminata su un terreno precedentemente lavorato e con una distanza, tra seme e seme di circa 6cm e una profondità di 3cm. Tra ogni fila la distanza consigliata è di circa 50cm.
Irrigazione a confronto, tradizionale e localizzata
Diversi studi comparativi effettuati sulla soia dimostrano come l’irrigazione a goccia, rispetto all’irrigazione tradizionale presenta costi fissi maggiori ma anche investimenti iniziali inferiori. La manichetta ha la maggiore incidenza sulle voci di costo relative agli investimenti totali ma investimenti iniziali inferiori per la strutturazione dell’impianto .
Gli studi inoltre dimostrano come le piante soggette a irrigazione a goccia abbiano uno sviluppo vegetativo della pianta superiore con maggior numero di baccelli. Il quantitativo di acqua richiesto dall’irrigazione localizzata risulta inoltre essere minore vista maggiore uniformità ed efficienza su tutta la lunghezza d’ala.
I vantaggi dell’irrigazione a goccia Valducci
L’irrigazione a goccia ci permette di scegliere quando irrigare evitando possibili stress idrici sulla pianta oltre a migliorare la qualità del nostro prodotto finale.
A seguito del confronto di cui sopra tra le due tipologie irrigue, possiamo delineare così i vantaggi legati all’irrigazione a goccia su soia:
- Possibilità di scegliere quando e quanto irrigare;
- Maggiore uniformità produttiva sul nostro appezzamento di terreno;
- Migliore gestione delle diverse fasi vegetative della pianta;
- Stabilità di quantitativi produttivi e maggiori rese per ettaro (5,4t/ha contro 4,5t/ha con irrigazione a scorrimento).
Visti i vantaggi sopra descritti possiamo concludere asserendo che l’irrigazione a goccia, se correttamente strutturata, anche se implica costi maggiori di gestione, apporterà al nostro impianto e alla nostra soia dei vantaggi maggiori rispetto all’irrigazione tradizionale.
Con la manichetta Valducci garantisci un corretto apporto di acqua e sostanze nutritive alla tua pianta, contribuendo a ridurre spreco di acqua.
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